Settimana 2/2025 Rassegna Stampa

A. Energy Law

A1. Pniec: altri quattro Paesi presentano i piani, nove ancora in ritardo

A oltre sei mesi dalla scadenza fissata al 30 giugno 2024, altri quattro Paesi dell’Unione europea – Austria, Cechia, Cipro e Portogallo – hanno inviato a Bruxelles la versione definitiva dei loro Piani nazionali integrati per l’energia e il clima (Pniec), ponendo fine alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea a novembre. Restano però ancora nove i Paesi inadempienti: Belgio, Bulgaria, Estonia, Grecia, Croazia, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia. Tra i quattro piani presentati, spiccano gli ambiziosi obiettivi dell’Austria, che punta al 100% di rinnovabili nel settore elettrico entro il 2030, con una copertura del 57% dei consumi energetici totali. Vienna prevede anche di ridurre le emissioni non Ets del 48% rispetto al 2005 e di installare 1 GW di elettrolizzatori per l’idrogeno “climate-neutral”. La Cechia, dal canto suo, mira a una riduzione del 26% delle emissioni non Ets rispetto al 2005, con un aumento della quota di rinnovabili dal 13% del 2022 al 30,1% nel 2030. Il piano include inoltre 400 MW di elettrolizzatori e infrastrutture per importare idrogeno verde da aree strategiche come il Nord Africa e il Mare del Nord. Il Portogallo scommette sull’idrogeno prodotto da rinnovabili, con 3 GW di elettrolizzatori alimentati da 8,6 GW di nuova capacità Fer. Lisbona prevede una riduzione delle emissioni del 28,7% rispetto al 2005 e un consumo energetico primario massimo di 16,7 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep). Infine, Cipro punta a tagliare le emissioni del 32% entro il 2030, con una quota di rinnovabili pari al 33% e investimenti pubblici per oltre 2 miliardi di euro, che dovrebbero mobilitare risorse complessive per 6,4 miliardi di euro. Nonostante i modelli predisposti dalla Commissione Europea, i Pniec dei 27 Stati membri risultano ancora difficili da comparare, rendendo complessa una valutazione complessiva delle strategie nazionali. L’Unione Europea continua a spingere per un maggiore allineamento tra i Paesi, essenziale per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050. Tuttavia, i ritardi di alcuni Stati rischiano di compromettere il percorso comune verso la transizione energetica.

(Venerdì 3 gennaio 2025, da www.quotidianoenergia.it)

A2. Agrivoltaico in Sardegna: la Regione si oppone ai pareri nazionali

La Regione Sardegna ha dichiarato un fermo “no” ai pareri favorevoli espressi dalla Commissione Tecnica nazionale Pnrr-Pniec su due impianti agrivoltaici, ritenuti incompatibili con la normativa regionale e i valori paesaggistici dell’isola. Gli impianti interessati sono il progetto “Monte Nurra” da 42 MW, proposto da Eusebio Srl in agro di Sassari, e il progetto “Villasor” da 42 MW, della Tiziano Srl, situati in aree definite “non idonee” dalla Legge Regionale n. 20 del 2024. In una nota ufficiale, la Regione ha annunciato che intraprenderà azioni in tutte le sedi amministrative e giurisdizionali competenti per contestare tali decisioni. L’assessora regionale dell’Ambiente, Rosanna Laconi, ha criticato la Commissione nazionale, accusandola di ignorare deliberatamente il quadro normativo regionale e le autonomie locali. “La Legge Regionale 20 del 2024 non è una moratoria, ma uno strumento per garantire una transizione energetica sostenibile e rispettosa del territorio”, ha dichiarato Laconi, sottolineando che la norma si allinea con il Decreto Legislativo 199/2021 e il Decreto Pichetto Fratin del 2024. Secondo la Regione, i progetti sono improcedibili in quanto incompatibili con le disposizioni regionali, che mirano a regolamentare l’integrazione degli impianti da fonti rinnovabili con i valori paesaggistici e culturali della Sardegna. La nota ribadisce che nessun impianto sarà autorizzato in violazione delle previsioni normative regionali. “La Sardegna non intende opporsi alla transizione energetica, ma vuole garantirne la sostenibilità, difendendo le peculiarità del proprio territorio e i diritti dei cittadini sardi”, ha concluso l’assessora Laconi. L’opposizione della Regione potrebbe aprire un nuovo fronte di scontro tra le autonomie locali e il Governo centrale sul delicato equilibrio tra sviluppo delle rinnovabili e tutela del territorio.

(Venerdì 3 gennaio 2025, dalla Staffetta Quotidiana)

A3. Aree idonee per le rinnovabili: Anci Lombardia critica il progetto di legge regionale

Un testo poco coraggioso e potenzialmente conflittuale“, così Mauro Guerra, presidente di Anci Lombardia, ha descritto il progetto di legge (Pdl) regionale sulle aree idonee ad ospitare impianti per le fonti di energia rinnovabile (Fer). In una lettera inviata all’assessore regionale all’Energia, Massimo Sertori, Guerra ha espresso preoccupazioni per l’approccio limitato del Pdl e i rischi di contenziosi tra operatori e Comuni. Secondo Guerra, il testo attuale non sfrutta pienamente le opportunità offerte dal legislatore per adattare le aree idonee alle specificità territoriali. Si limita a innovazioni parziali, basate principalmente sulla proprietà delle aree o su criteri generici, come quelli previsti dai Piani di governo del territorio (Pgt). La scheda normativa allegata alla lettera elenca le tipologie di aree che il Pdl considera idonee, includendo discariche, aree dismesse, terreni ad uso produttivo o commerciale, e persino proprietà demaniali. Tuttavia, il presidente di Anci segnala che le procedure accelerate previste per queste aree – come la Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila) e la Procedura autorizzativa semplificata (Pas) – potrebbero entrare in conflitto con le competenze urbanistiche dei Comuni. Guerra evidenzia tre grandi questioni: il rispetto della pianificazione comunale, la tutela delle attività agricole e delle risorse paesaggistiche, e la coerenza con le normative sul consumo di suolo e l’impatto paesaggistico. Anci Lombardia invita la Regione a rivedere il progetto di legge per garantire un maggiore equilibrio tra la promozione delle energie rinnovabili e la tutela delle specificità locali. Guerra sottolinea l’importanza di evitare una normativa che favorisca solo procedure rapide, trascurando il dialogo tra operatori e amministrazioni comunali. Il dibattito rimane aperto, con il Pdl ancora in fase di bozza e potenzialmente soggetto a modifiche.

(Martedì 7 gennaio 202, da www.quotidianoenergia.it)

A4. Tar Lazio: Respinto il ricorso di jEnergy sui biocarburanti in purezza

Confermate le linee guida del GSE sul D.M. 343/2023. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato da jEnergy contro il GSE (Gestore dei Servizi Energetici), che aveva negato alla Società circa mille Certificati di Immissione in Consumo (CIC) per biocarburanti in purezza relativi al 2023. La decisione ribadisce la validità delle linee guida emanate in seguito all’entrata in vigore del D.M. 343/2023, che richiede documentazione a supporto dell’utilizzo in purezza dei biocarburanti. Secondo il Tribunale, il decreto ministeriale non ha eliminato la possibilità di ottenere CIC tradizionali in assenza della prova di utilizzo in purezza, ma ha modificato i criteri di premialità. L’obbligo documentale, si legge nella sentenza, è una misura volta a garantire la tracciabilità del prodotto, prevenire frodi e favorire l’utilizzo sostenibile dei biocarburanti, in linea con gli obiettivi europei. Il Tar ha inoltre rigettato le argomentazioni di jEnergy su una presunta retroattività delle nuove disposizioni. La modifica normativa, secondo i giudici, era prevedibile alla luce del D.Lgs. 199/2021, che delega ai decreti ministeriali l’aggiornamento delle regole applicative. Il Tribunale ha chiarito che il principio di legittimo affidamento non è stato violato, poiché le modifiche introdotte dal D.M. 343/2023 sono transitorie e coerenti con la logica di promozione graduale dei biocarburanti prevista dalla normativa primaria. Infine, la corte ha escluso la possibilità di rinviare la questione alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ribadendo che gli operatori del settore, inclusi i trader, devono rispettare gli obblighi di verifica e controllo della sostenibilità. Questa sentenza rappresenta un punto fermo per il settore dei biocarburanti, confermando la necessità di adeguarsi alle nuove disposizioni normative per garantire la trasparenza e la sostenibilità delle immissioni in consumo.

(Giovedì 9 gennaio 2025, dalla Staffetta Quotidiana)

A5. Antitrust: Nuove regole per le istruttorie in vigore

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 5 dell’8 gennaio, il decreto del Presidente della Repubblica 18 novembre 2024, n. 214, introduce importanti modifiche alle procedure istruttorie dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). Il provvedimento, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso ottobre, aggiorna il D.P.R. 217/1998 per renderlo conforme ai recenti cambiamenti normativi. Le novità si inseriscono nel contesto delle modifiche introdotte dal D.Lgs. 185/2021, che ha recepito la direttiva UE 2019/1. Questa normativa comunitaria mira a rafforzare i poteri delle autorità garanti della concorrenza negli Stati membri, migliorando l’efficacia delle loro indagini e decisioni. Le nuove disposizioni puntano a potenziare gli strumenti di analisi e intervento dell’AGCM, rendendoli più incisivi e adeguati alle sfide di un mercato in continua evoluzione. Tra le modifiche previste, figurano procedure istruttorie più snelle e poteri investigativi ampliati, in linea con le esigenze di armonizzazione europea. Con l’entrata in vigore di questo decreto, l’AGCM potrà contare su strumenti più efficaci per garantire il rispetto delle norme sulla concorrenza e promuovere un mercato equo e trasparente.

(Giovedì 9 gennaio 2025, dalla Staffetta Quotidiana)


B. Varie

B1. Imposte

La Corte di Giustizia Tributaria di Secondo Grado del Lazio, con la sentenza n. 7738 depositata il 20 dicembre 2024, ha stabilito che è l’amministrazione finanziaria a dover dimostrare la sussistenza del requisito dell’“autonoma organizzazione” per accertare l’Irap nei confronti dei professionisti. La sentenza è arrivata al termine di un giudizio di riassunzione disposto dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 33263 del 29 novembre 2023. La Suprema Corte aveva già evidenziato la carenza di elementi probatori sufficienti a dimostrare un’organizzazione di mezzi o investimenti superiori al minimo necessario per l’attività professionale. La Corte di Giustizia Tributaria ha ora confermato che, in assenza di tali prove, l’atto impositivo deve essere annullato. La vicenda, che ha impegnato le aule giudiziarie per sette anni, si è conclusa con la condanna dell’Agenzia delle Entrate al pagamento delle spese processuali per tutti i quattro gradi di giudizio.

(Giovedì 2 gennaio 2025, da www.legalcommunity.it)

B2. Società, Banca e Impresa

La Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023, pubblicata il 17 dicembre 2024 nella Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 18 dicembre 2024, introduce importanti novità per le start-up innovative. Il Capo III della legge (articoli 28-36) aggiorna le disposizioni sullo Start-up Act (D.L. n. 179/2012) e sul ruolo degli incubatori certificati, definendo nuovi requisiti per l’iscrizione e la permanenza delle start-up innovative nel registro speciale delle imprese. Le start-up innovative dovranno ora soddisfare criteri più selettivi, come l’obbligo di destinare almeno il 25% delle spese alla ricerca e sviluppo o ottenere brevetti entro determinati termini. Inoltre, sono previsti incentivi fiscali per gli incubatori che investono in queste imprese, sotto forma di un credito d’imposta pari all’8% degli investimenti, fino a un massimo di 500.000 euro per anno fiscale. Tra le novità, l’articolo 35 semplifica l’ingresso e il soggiorno di investitori stranieri in Italia, incentivando investimenti in start-up innovative con importi minimi di 250.000 euro per un periodo di almeno due anni. Le nuove disposizioni mirano a rendere più competitivi i settori dell’innovazione, favorendo la crescita delle start-up e incoraggiando investimenti nazionali e internazionali. La riforma riflette anche gli obiettivi del PNRR, che considera la promozione della concorrenza essenziale per stimolare l’efficienza economica e una ripresa sostenibile. Queste misure si affiancano a un più ampio progetto di riforma che include modifiche al settore delle concessioni autostradali, trasporti e assicurazioni, consolidando la Legge per la concorrenza come strumento chiave per il rilancio economico del Paese.

(Mercoledì 8 gennaio 2025, dal “Quotidiano Giuridico”)